LA PATANEGRA OSSA 350 Spl

Roberto Inzoli è un bravo ragazzo, vero appassionato del trial d’epoca, uno che le gare le fa per viverle, sì perché vincere o perdere quando c’è la passione e si ha qualche anno in più non ha poi molto senso, il bello è partecipare perchè la moto ci faccia vincere non tanto verso gli avversari quanto piuttosto verso i nostri limiti .
Intendiamoci, Roberto non è affatto un fermo, in moto ci sa andare e anche bene, ma non ha quella cattiveria agonistica che porta spesso alcuni concorrenti a fare carte false pur di arrivare davanti.
Roberto è da sempre amico di Pericle Pavesi dal quale si fece restaurare una OSSA M.A.R. e successivamente costruire una Bianchi con la quale ha partecipato a parecchie gare.
Lo scorso anno Roberto è venuto a trovarmi chiedendomi di preparargli una OSSA per le gare d’epoca, logicamente mi ha trovato entusiasta, e subito abbiamo fatto una serie di considerazioni in base alle quali si è deciso di partire con il progetto “PATANEGRA“ovvero una OSSA da me reinterpretata con utilizzo degli stessi materiali e utilizzando le medesime tecniche di lavorazione che venivano utilizzati all’epoca, ma con idee mie.
Conoscendo bene i vari modelli Ossa sapevo bene come la T80 fosse molto ben messa a livello sospensioni, ma piuttosto delicata nel telaio, inoltre la impostazione del baricentro era a mio avviso troppo alta a discapito della stabilità e della maneggevolezza.
Quindi ho messo giù un disegno con le modifiche da apportare e ho potuto verificare che unendo la parte posteriore della T80 alla parte anteriore della M.A.R. si poteva ottenere una struttura meglio dimensionata, con il motore più inclinato in avanti ed il telaio più rigido. >>> Telaio Pata <<<
Detto fatto, mi sono messo all’opera e di due telai da rottamare ne ho fatto uno come dicevo io, ben consapevole del fatto che il mio lavoro era solo all’inizio, sì perché da questo punto in poi tutto era da ricostruire, dallo scarico alla cassa filtro, al silenziatore, alle ruote alle forcelle etc
Il motore è stato ricavato da un modello 350 (77×65=302,68cc)del 1976 al quale è stata sostituita la camicia con l’aggiunta di due travasi alimentati attraverso due fori praticati nel pistone e la diversa conformazione della luce di scarico.
Anche la testa è stata modificata e, pur mantenendo invariato il rapporto di compressione, si è creata una corona di squish a 0,2 mm di distanza dalla testa del pistone, cosa che è sembrata sacrilega a molti, ma che invece ha la sua bella importanza nella resa complessiva di questo motore. Per questi interventi non ho potuto fare tutto in casa e per alcune lavorazioni di precisione mi sono avvalso della collaborazione dell’officina di rettifica NEGRINI che come al solito mi ha dato piena disponibilità.
Lo scarico è stato realizzato da OLISALD in due pezzi per consentirne il montaggio, nelle misure risultanti dal calcolo effettuato secondo il sistema Bossaglia ed è stato predisposto, in corrispondenza dello spillo di uscita, di un alloggiamento per l’inserimento a titolo sperimentale di ugelli di varie misure per l’accordatura secondo il sistema De Laval . (Anche se lavoriamo su moto non più attuali mi sembra giusto approfittarne per tenerci al corrente delle evoluzioni della tecnica)

Per il resto ho montato un carburatore Dell’Orto da 28mm e realizzato una cassa filtro di circa 2 litri di volume in PVC saldato a freddo con filtro in spugna sintetica, silenziatore OLISALD a sezione semicircolare con labirinto in entrata e lana di vetro nella parte posteriore; il comando della frizione è stato modificato con riduzione dello sforzo di trazione al 50%!!!
Alla forcella Betor sono stati sostituiti gli steli ed il sistema ammortizzante con quelli della Garelli: molle corte e più caricate con distanziali da 120mm garantiscono una risposta più progressiva ed un minor peso.
Ammortizzatori GAZI, freni e cerchi in alluminio a bordo alto mi sono stati forniti dal Pavesi, che ora si occupa della diffusione di questi accessori, che tra l’altro nel ns. caso specifico hanno avuto un comportamento più che ottimo. I cerchi sono stati anodizzati in nero e trattati con il sistema BARTubeless a tenuta stagna che consente il montaggio degli pneumatici Tubeless sia all’anteriore che al posteriore.
Le finiture estetiche non sto a raccontarle, si vedono bene nelle foto, penso di aver detto tutte le cose importanti della PATANEGRA… anzi no…una cosa me la stavo dimenticando… la moto è piaciuta a tutti e va molto bene, Inzoli ne è entusiasta, l’ha già portata all’estero in occasione di importanti competizioni d’epoca dove ha avuto apprezzamenti anche da parte di molti intenditori ed ex piloti OSSA. Nella mia presunzione sono sicuro che sia la Ossa da trial più performante a livello assoluto mai realizzata(a parte la nuova Tr280i),…. ma aspetto di sentirlo dire dagli altri, è più appagante.

Per quei pochi che non ne sono al corrente PATANEGRA è il nome di una razza suina autoctona della Spagna, i famosi maiali dalle zampe nere che vengono allevati allo stato brado e si nutruno in prevalenza di ghiande. Il prosciutto che viene prodotto rappresenta l’eccellenza a livello mondiale, si lo so per gli animalisti non è bello, ma perlomeno questi la vita la passano liberi nei boschi di querce, come fossero cinghiali.

JAKE: una Ossa E’73 da battaglia

Negli ultimi anni alcuni appassionati preparatori si sono impegnati nella elaborazione della Ossa E’73 per le gare di regolatità per moto d’epoca, ho seguito l’evoluzione dei loro interventi e, dissentendo per molti versi dalle loro idee, ho deciso di mettermi in gioco in questo specifico campo.
Innanzitutto ho analizzato la moto e, considerando che il motore a mio avviso non ha bisogno di radicali modifiche se non una messa a punto che gli consenta di avere oltre all’ottima erogazione ai bassi e medi regimi che già dimostra, anche un maggiore allungo, ho deciso di intervenire a fondo sulla ciclistica.
Il telaio di questa moto è particolarmente pesante e soprattutto è impostato in modo tale che il motore risulta esageratamente avanzato, a evidente discapito della guidabilità: questa moto è sempre stata considerata un vero mulo, ma ha sempre avuto problemi di maneggevolezza.
Questa caratteristica risulta evidente se si analizza attentamente la disposizione dei pesi sulle due ruote: il motore così avanzato appesantisce la guida rendendo particolarmente impegnativo ogni cambio di direzione.
Queste considerazioni mi hanno convinto ad intervenire soprattutto sul telaio per modificarne le caratteristiche e alleggerire la guida di questa moto, perciò ho messo giù un progetto dove la parte centrale del telaio è stata arretrata di 25mm ed il perno del forcellone è stato avanzato di altri 30mm e abbassato di 10 : totale 55mm di arretramento del motore che è stato pure inclinato in avanti di 20mm. in questo modo si è ottenuto un abbassamento del baricentro ed il motore è ora più prossimo alle pedane quindi molto più gestibile negli spostamenti di peso. Logicamente il telaio è stato allungato sul davanti per mantenere l’interasse e una inclinazione del cannotto di sterzo di 30°.
In effetti sembra molto complicato, ma in effetti è esattamente quello che avrebbero potuto e dovuto fare all’epoca i tecnici della Ossa per rendere la moto più competitiva …lo fecero solo successivamente con il modello Super Pioneer, la cui impostazione telaistica è molto simile a quella di JAKE, ma forse erano ancora in ritardo, perchè la concorrenza nel frattempo non era rimasta con le mani in mano.
Dopo aver impostato il telaio ho deciso per il momento di montare il cilindro di una Desert Phantom, leggermente più spinto e con alettatura maggiorata, con un carburatore Bing da 38mm e quindi dovuto necessariamente adeguare anche gli altri elementi della moto: cassa filtro, espansione,gruppo sella/paragango posteriore.
Ne è uscita una moto esteticamente molto ben bilanciata (anticipo una foto scattata in fase di costruzione), ora devo terminare molti particolari dopodichè Vi farò avere altre notizie.
Purtroppo sono molto impegnato e non posso anticiparVi la data del debutto, presumo sarà in occasione di una gara di regolarità Gruppo5 dove non mancherò di sottoporla all’esame di chi ha saputo tante volte vincere con le Ossa da Enduro come Armanni, per verificare dai loro commenti la concretezza delle mie scelte,
a presto